Mausoleo Libico

In seguito agli accordi Italo-Libici del 4 Luglio 1998 e del 5 Agosto 1999, l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, ente pubblico chiuso nel 2012, promosse la realizzazione di un’opera commemorativa intorno ai luoghi di sepoltura sommaria dei libici deportati e deceduti nelle Isole Tremiti negli anni 1911 e 1912.

ProgettoMausoleo LibicoClienteComune di Isole TremitiProgettistiFrancesca Nobiletti, Marco VegliaCollaboratoriPasquale D'Apolito (foto e video)LuogoIsola di San Nicola, Isole TremitiProgettazione2020Realizzazione2021

CENNI STORICI:
Nel 1911 il governo Giolitti iniziò una guerra coloniale contro la Turchia, che dominava la Libia. Un contrattacco arabo-turco sorprese i soldati italiani a Shara Shatt il 23 ottobre dello stesso anno, uccidendone 500. La repressione italiana fu immediata e spietata: oltre 2.000 arabi furono fucilati o impiccati e 5.000 deportati in Italia e confinati nelle isole di Ustica, Ponza, Favignana, Gaeta e Tremiti. La deportazione iniziò il 26 ottobre 1911. Alle Tremiti arrivarono libici, catturati nella zona di Tripoli: mendicanti, ricchi possidenti, contadini, mercanti, commercianti, anziani, anche donne e bambini. Tutti accusati di aver cospirato con il nemico turco. Dopo tre giorni di navigazione, dove si contarono i primi morti, la prima nave arrivò alle Isole Tremiti con 600 deportati. Alla fine i libici sbarcati nell’arcipelago delle Diomedee oscillarono tra 1366 e il 1391. A Giugno del 1912 ne erano morti 437, un terzo di quelli arrivati, a causa di stenti e malattie come il tifo e il colera.

IL PROGETTO:
In seguito agli accordi Italo-Libici del 4 Luglio 1998 e del 5 Agosto 1999, l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, ente pubblico chiuso nel 2012, promosse la realizzazione di un’opera commemorativa intorno ai luoghi di sepoltura sommaria dei libici deportati e deceduti nelle Isole Tremiti negli anni 1911 e 1912.
I Tremitesi vollero restituire a persone non più in vita, e fino al 2006 completamente cancellate dalla storia, la dignità che prescinde dalla nazionalità e dalla religione, attraverso una degna sepoltura in un mausoleo a cielo aperto nei luoghi in cui furono dimenticati in una fossa comune.l Mausoleo fu inaufurato nel 2006.
A causa delle estreme condizioni di degrado in cui versava nel 2019, è stato oggetto di un completo intervento di riqualificazione, mantenendo gli elementi fondamentali su cui fu concepito in origine espiluppandone degli altri:

1. Il Portale d’Ingresso segna lo stacco tra la realtà terrena e la casa di Dio;

2. Il Minareto o Torre segnala la presenza del tempio, come un faro sulla costa e culmina in alto con la mezzaluna islamica; mentre in basso vengono ricordati i “cinque doveri su cui si fonda l’Islam”.

3. Il terzo elemento individua, nell’area circolare d’ingresso, una cupola immaginaria, che rappresenta il cosmo, di cui l’individuo è parte integrante. L’area converge, attraverso un cono ribaltato, verso il basso nella “zona terrena” del Minareto e in alto si apre “verso l’infinito”.
A sinistra dell’area sacra circolare troviamo i nomi dei deceduti libici incisi sulla lastra; a destra, la lastra crea una seduta contemplativa a forma di mezzaluna islamica.

4. Il quarto elemento è rappresentato dalla strada che si percorre per arrivare a Dio, un percorso rettilineo in direzione della Mecca, che ha il suo punto di arrivo in una piccola esedra a cielo aperto dedicata alla preghiera, dove i suoni emessi da un organo a vento ricordano al visitatore il sacrificio umano consumato sull’isola. Al margine di quest’area le 24 canne in ferro, rappresentanti le vite spezzate dei bambini ed adolescenti deceduti in questa triste pagina della nostra storia.

5. Il quinto e nuovo elemento trova un fondamento nei materiali utilizzati: le assi di legno alloggiate lungo il percorso, riciclate dal Mausoleo del 2006, e l’acciaio corten di cui è costituito, ricordano relitti di imbarcazioni, metafore del sacrificio umano alla ricerca della libertà e della dignità.

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